Il governo dell’economia è chiamato ad agire almeno su sei fronti: risanare le finanze pubbliche, a cominciare dal controllo della spesa corrente, in particolar modo consumi intermedi e trasferimenti a imprese ed enti vari; investire in infrastrutture, perché il moltiplicatore degli investimenti fissi lordi è molto alto e perché un miglioramento delle infrastrutture più utili alla vita dei cittadini e alle imprese – messa in sicurezza del territorio, R&D, scuola, sanità, trasporti, ICT, utilities – molto contribuirebbe alla produttività del sistema; riscrivere il diritto dell'economia, a cominciare dal diritto societario; imporre la concorrenza; correggere la distribuzione del reddito: livellare i punti di partenza e le opportunità, equiparare per quantità e qualità i servizi pubblici ai cittadini nel territorio e fra le classi sociali (scuola, sanità, altre strutture della P.A), rendere più progressivo il sistema tributario abbattendo l’evasione: sono queste le vie maestre per innalzare il tasso d’inclusione nelle attività produttive; chiarire che cosa è l'Europa: non è l'auro il problema, ma il governo economico e politico dell'Europa unita.