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Disuguaglianza: non bastano le politiche redistributive, bisogna intervenire anche sulle cause, a cominciare da accesso alla scuola, alla sanità, alla casa

E’ ormai indispensabile guardare anche alle cause della formazione delle disuguaglianza, per prevenire gli effetti. Quindi bisogna dare vita a politiche redistributive, ma anche, come si dice con un neologismo, a politiche predistributive: cioè a politiche che modifichino profondamente i modi con i quali funzionano i mercati e i risultati a cui portano. Non è cosa facile. A sinistra significa fare finalmente i conti con l’ottica neoliberista che anche noi abbiamo spesso sposato e secondo cui i mercati si autoregolano. Bisogna inoltre tenere presente che le disuguaglianze hanno tante facce che interagiscono con i principali aspetti della vita degli individui: reddito, ma anche salute, istruzione, abitazione. In ciascuno di questi campi vediamo l’importanza dell’agire pre e dell’agire post.

BCE: LA RIPRESA NELL’AREA EURO SI RAFFORZA. TASSI BASSI ANCORA A LUNGO

In allegato il bollettino economico della Bce. Ma la Banca centrale europea avverte: "La crescita economica dell’eurozona può essere frenata da un ritmo lento nel processo di attuazione delle riforme strutturali e dai restanti aggiustamenti di bilancio nei diversi settori. I rischi per le prospettive di crescita nell’area euro restano orientati al ribasso e legati principalmente a fattori globali".

Draghi, l’euro non è un ostacolo al successo, la responsabilità è dei governi nazionali

In allegato il testo dell'intervento del governatore della Bce a Lubiana. "Dobbiamo essere chiari nel dire che tutto questo non è colpa dell'euro come valuta. Le autorità nazionali erano perfettamente a conoscenza di quello che dovevano fare. La valuta non poteva essere una protezione dalle decisioni che prendevano".

Inflazione in crescita a gennaio

Più 0,9 per cento rispetto al 2016. In allegato i dati Istat.

Draghi: la politica deve fare in modo che i benefici dell'euro valgano per tutti

Audizione del governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, di fronte al Parlamento europeo. In allegato l'introduzione di Draghi.

Visco: "La manovra? Se si ha la volontà politica di ridurre l'evasione, si può fare senza sacrifici. Ecco come sanare il bilancio e ridurre le tasse agli onesti"

Tre proposte operative che nel medio termine potrebbero rimettere a posto la finanza pubblica e rendere possibile uno strutturale abbattimento delle imposte per i contribuenti onesti: rendere efficace davvero la manovra fatta sulla trasmissione automatica dei dati contenuti nelle fatture Iva; applicare lo split payment anche ad altri settori, a cominciare dai professionisti, e intervenire sulle aliquote Iva riducendole a due, una al 5 per cento e l’altra da individuare nella fascia tra il 18,60 e il18,97 per cento, in modo da ridurre le possibilità di arbitraggio che oggi consentono agli evasori di evadere diversi miliardi di euro.

Diversità e obiettivi tra revenu universel di Hamon, reddito di cittadinanza del M5S, Sia. La strada migliore? La proposta del Nens

In prospettiva va pensato uno strumento universale, che assorba molti istituti di assistenza esistenti, e che segua una logica coerente. La proposta pentastellata del reddito di cittadinanza lo è certamente, ma nella direzione sbagliata.La strada da seguire è piuttosto quella di generalizzare un sistema di sostengo al reddito, con importi maggiori, diciamo all’incirca doppi, di quelli previsti dal SIA, che non terminano bruscamente al raggiungimento della soglia, ma neppure che si estendono senza limiti di redditi. Come la proposta formulata dal Nens (in allegato) nella “Riforma del sostegno ai nuclei familiari, dell‘IRPEF e dei contributi previdenziali”.

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