Come il 12 dicembre 1969, il giorno della strage di piazza Fontana, segnò lo sfuggente inizio della perdita dell’innocenza per la generazione del boom economico, il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro costituì un trauma nello sviluppo politico e civile della comunità nazionale. Da qui prese avvio una nuova fase del disincanto, del cinismo e dell’indifferenza in cui le ragioni dell’antipolitica trovarono nuovi motivi per riproporsi e solidificarsi in un diffuso sentimento collettivo che sarebbe esploso all’inizio degli anni Novanta con Tangentopoli e che non avrebbe smesso di ingrossarsi nei due decenni successivi.